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Apr
23

From sea to sea

Dal 5 al 30 maggio - Museo Durango - Spagna

locandina"From sea to sea" è il titolo della nuova serie di dipinti che apre la mostra "Sea of vapours" dell'artista palermitano Carlo lauricella. Le venticinque nuove tele nascono dalla "pietas" per il fatto di cronaca; sono lo sguardo lucido e spietato sul disastroso naufragio avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 dicembre 1996, nei mari in prossimità di Porto Palo (SR).
I duecentoottantatrè ritratti, eseguiti con la tecnica del monotipo, sono lì, li vediamo ma non c'è dato di riconoscerli o dare loro un nome. Sono orme leggere, sbiadite o cancellate dalla forza corrosiva del tempo, ectoplasmi ingabbiati in un gioco di linee ortogonali.

In un secondo ambiente un'installazione cinetica porta con sè i segni tangibili di un simulacro della catastrofe. Lo spazio della stanza è invaso da una grande quantità di forme d'acqua metalliche, mentre il piano di calpestio strasborda di sabbia finissima.
Al centro ondeggia quasi miracolosamente una zattera di legno in sospensione, sulla cui superfice riconosciamo le antropomorfie dilaniate e tumefatte di quattro manichini. Sulle dissezionio anatomiche della resina, i bruni, gli ocra, i neri, i rossi, si fondono per rilevarci il marchio infame della diversità: CLANDESTINO.
Questi corpi che rinvengono dal crepuscolo dell'ambiente circostante, sono ormai ridotti alla condizione dell'animale, in balia di spietati mercenari.

L'indagine socio-politica di Lauricella continua con un video che da il titolo alla mostra "Sea of vapours" e narra di un immaginario viaggio della speranza, duro e spietato. Qui però nell'epilogo dell'arrivo l'autore compie, con dichiarato intento performativo, un gesto di umana partecipazione al dramma. Raccoglie con le sue mani i corpi martoriati delle vittime del mare.

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L'ultimo lavoro nel percorso della mostra è l'installazione composta da tre contenitori, riproduzioni mimetiche di altrettanti specchi d'acqua, all'interno delle quali galleggiano le matrici dipinte dei naufraghi. Frammenti di volti in un incessante gioco di riflessi, sembrano svelarci un'irreparabile condizione di sofferenza umana. Ma in questa spietata galleria di immagini, il fruitore può idealmente compiere un virtuale recupero, adoperandosi nel tirar fuori dall'acqua i supporti trasparenti che compongono l'installazione. Atto simbolico di civile moralità.